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al testo di Annalisa Scialpi
Efesto
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Ti ho cercato, non c'eri mai, impietrito nella tua dignità grottesca, parata d'egoismo e di uccise qualità. Ti ho cercato; ogni amore uno strappo, ferita senza sutura. In una emorragia di giorni ho camminato sui miei spazi bianchi, sempre in bilico di resurrezioni sparso come una rosa falciata al gelo della tua misericordia assente. Che resta, ora, dei tuoi diavoli benedetti dagli scheletri del mondo? Resto io, a lasciarti a tua madre. E scusami, papà, se ti rendo il marchio del tuo fallimento. Ora mi è padre solo il fuoco del mio destino.
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